Il 25 novembre 1926 una "legge fascistissima" istituisce il Tribunale Speciale per la Difesa dello Stato, che iniziò a funzionare nel febbraio 1927. Mussolini, che diffida della magistratura ordinaria, impone una Corte speciale per i reati politici, con giudici reclutati tra militari e squadristi. Il tribunale inizialmente si occuperà degli attentatori del Duce, dei dissidenti politici, e naturalmente di comunisti, socialisti, anarchici. Ma presto le sue competenze si espandono, sino a occuparsi di religione, di spionaggio e - specie durante la Seconda guerra mondiale - persino di reati comuni. Il diritto alla difesa è assai limitato. Le sentenze non sono impugnabili. Inoltre, come dimostrano i carteggi tra Mussolini e i vertici del Tsds, le sentenze vengono decise sulla base di valutazioni politiche, prima ancora che si riunisca la corte. Il tribunale viene sciolto il 29 luglio 1943 ma ricostituito a fine anno nell'ambito della Rsi, per punire i gerarchi traditori e per reprimere il partigianato. Grazie al materiale giudiziario conservato all'Archivio centrale dello Stato, Franzinelli ricostruisce la complessa storia dell'istituzione repressiva creata dal Duce nonché le biografie dei giudici-squadristi, illustra i metodi utilizzati contro gli oppositori, ripercorre le tappe di una giustizia politica perseguita con metodi militari per stabilizzare la dittatura