Tre storie si intrecciano sullo sfondo del processo di Norimberga: quelle di Lauterpacht e Lemkin, giuristi ebrei polacchi scampati all'Olocausto, e quella di Leon, il nonno dell'autore, anch'egli ebreo polacco fortunosamente sopravvissuto. In una ricerca ricca di coincidenze, rivelazioni e intuizioni, l'autore procede con il passo di una narrazione densa che prende le tinte del giallo quando si tratta di reperire documenti o informazioni, del dramma quando racconta sotto forma di esperienza personale eventi storici epocali, del saggio quando spiega la differenza tra i due concetti di "crimine contro l'umanità" e di "genocidio", entrambi apparsi per la prima volta nel corso del processo.