Un romanzo sul prezzo della rispettabilità e sui danni delle menzogne, persino quelle dette a fin di bene. Sullo sfondo, l'Italia del Boom, dell'emigrazione, delle lotte delle donne per i diritti, dell'aborto, dei movimenti, dei primi sanguinosi anni del terrorismo.
Da quando il segreto del padre lo aveva condannato a generarne di nuovi e allo sforzo di tenerli in piedi, nella sua persona non combaciavano più l'Antonio che vedevano gli altri – più serio, ma quasi uguale a prima – e l'Antonio che era diventato. In nessuno coincidono veramente essere e apparire, ma un conto è mettersi e sfilarsi maschere leggere per difendersi alle piccole indiscrezioni del prossimo, un altro la doppiezza deliberata: cambiare le carte in tavola, confondere la gente.
Non tutti i segreti sono uguali. Alcuni possono travolgere una vita intera. Italia, fine anni Sessanta. Antonio, giovane medico meridionale originario di Serente, sta avviando a Roma una brillante carriera e un solido progetto di vita con Eleonora. Una domenica riceve una chiamata dall'ospedale della sua cittadina: il padre, lo stimatissimo professore e farmacista Filippo D'Amico, ha avuto un gravissimo incidente di caccia e sta morendo. Antonio si precipita al suo capezzale, ma arriva appena in tempo per raccogliere uno sconcertante segreto, che si vede costretto a sigillare perché la madre malata non ne muoia, non lo sappia il fratello e l'onore della famiglia non venga infangato. Lo rivela soltanto a Eleonora ed entrambi saranno vittime e artefici degli sviluppi, all'inizio inimmaginabili, che da tale segreto origineranno. Le bugie, però, anche quando non hanno le gambe corte, sono molto pazienti, logorano i rapporti un poco alla volta, per poi, a distanza di anni, presentare il conto con tutti gli interessi. Al suo primo romanzo, Nella Frezza indaga con scrittura inesorabile i fragili equilibri che tengono insieme le famiglie, in ogni luogo e in ogni tempo, e il male che facciamo a noi stessi per difenderci dal giudizio degli altri.